Lisa Pantini è Responsabile delle relazioni con i soci della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti).

Si annunciava sempre strombazzando per le vie del paesino di Camedo, in cima alle Centovalli, sia nella parte «di sotto», andando verso la dogana, come anche per le strade «di sopra», per salire verso le altre frazioni. Arrivava un furgone che sembrava enorme e magico ai miei occhi da bambina (in realtà un semplice furgoncino), portando tante prelibatezze, oltre al pane fresco. A mezzogiorno in settimana, piuttosto che verso le 16.00 (l’ora perfetta per la merenda!) il sabato, arrivava il pane fresco anche nell’alta valle.

Nonno Domenico mi dava due monete e mio fratello ed io potevamo acquistare una delle più dolci e ghiotte prelibatezze mai mangiate: il panino marmellata. Tratta(va)si di un panino piatto, grande quanto una rosetta di pasta dolce (simile all’impasto di una treccia al burro) ripieno di una marmellata ai frutti rossi, fresco e dolce, il miglior spuntino di sempre. E dopo averlo gustato in pochi bocconi, via a giocare di nuovo! Andavamo, dunque, insieme al punto di ritrovo dove si portava, da appendere, la «borsa del pane» e si riuniva un piccolo gruppetto di abitanti dell’allora molto popolato e pittoresco paesello, in attesa dell’arrivo del panettiere.

La borsa del pane era una semplice borsa di tela (o simili) che veniva utilizzata come un «paniere» dentro cui era lasciato il pane fresco (o altri prodotti, come il latte), che veniva «ordinato» su un quadernetto /taccuino. Ne ho ancora alcuni a casa, mi ricordano la mia infanzia e il legame indissolubile fra gli affetti più cari che non sono più con noi (con la calligrafia del nonno o della nonna) e i prodotti legati al pane, al cibo e allo stare insieme, che risulta essere sempre più imprescindibile.

Non di meno, in quelli che oggi chiameremmo «momenti aggregativi» della vita di paese, vi era un vivace e squillante vociare fra gli abitanti del paese e il panettiere che arrivava da Intragna. Piccoli attimi fugaci di scambio, di aggiornamento, di «vita», impressi nella mia memoria per sempre.


Lisa Pantini

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