Il 25 settembre il Popolo svizzero voterà sulla Stabilizzazione dell’AVS (AVS 21). La riforma comprende una modifica della legge sull’AVS e una decisione federale sul finanziamento aggiuntivo dell’AVS attraverso un aumento dell’imposta sul valore aggiunto. L’AVS 21 è un primo importante passo verso il risanamento. Il Comitato centrale dell’Associazione svizzera mastri panettieri-confettieri (PCS) e tutte le più importanti organizzazioni economiche sostengono questa proposta di legge. Un voto negativo sarebbe una negligenza!

L’AVS dispone attualmente di un capitale di 48 miliardi di franchi, di cui 10 miliardi sono stati prestati all’AI e sono quindi minacciati. Nel 2028, i conti dell’AVS saranno quasi in pareggio grazie alle plusvalenze – se si concretizzeranno come sperato. A prima vista, si potrebbe pensare che ci sia ancora molto tempo per le riforme. Tuttavia, ci vorranno almeno cinque anni prima che una riforma delle pensioni possa entrare in vigore in Svizzera e avere effetto, e a quel punto sarà troppo tardi per invertire la tendenza. Questo fatto viene nascosto dagli oppositori, il che è una negligenza.

Un buon compromesso svizzero

L’AVS 21 è il simbolo di un buon compromesso svizzero. L’attuale livello pensionistico rimane inalterato. In alcune aree ci saranno addirittura miglioramenti sensibili dei benefici. Due misure principali contribuiscono alla necessaria ristrutturazione dell’AVS: l’aumento delle aliquote IVA dello 0,4% e la standardizzazione dell’età di riferimento per donne e uomini a 65 anni. L’aumento dell’età pensionabile delle donne, che costituiscono una generazione di transizione di nove anni, sarà generosamente ammortizzato. Circa un terzo dei risparmi derivanti dall’aumento dell’età pensionabile delle donne sarà utilizzato per le misure di ammortamento.

La maggiore aspettativa di vita delle donne giustifica il ritorno a un’età pensionabile uniforme. L’aspettativa di vita a 65 anni è attualmente di circa 20 anni per gli uomini e di circa 23 anni per le donne. Ciò significa che le donne beneficiano già maggiormente dell’AVS solo per la loro maggiore aspettativa di vita.

Cambiamenti demografici

La generazione del baby boom sta raggiungendo l’età della pensione. Le coorti più giovani entrano nella forza lavoro. Il rapporto tra pensionati e contribuenti è in costante peggioramento. Con un aumento cauto e graduale dell’età pensionabile, molti dei problemi emergenti possono essere alleviati.

La popolazione giovane e attiva non deve essere costretta a sopportare un fardello troppo pesante. Quando l’AVS è stata introdotta nel 1948, circa 6,5 persone attive finanziavano una persona in età pensionabile. Attualmente, poco meno di 3,4 persone attive pagano per una persona in pensione, e tra trent’anni il rapporto sarà di circa 2:1. L’andamento dell’indice di dipendenza degli anziani (rapporto tra i 65enni e oltre e i 20-64enni) rende quindi indispensabili le riforme. Ecco perché è assolutamente necessario un Sì all’AVS 21 il 25 settembre! 

PCS/ap

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